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Milano, divisa la comunità ebraica. Ovadia accusa Jarach: è alleato con i neofascisti
Alla vigila del voto per il Comune e di quello per l´elezione del parlamentino che governerà gli ebrei del capoluogo lombardo.
MILANO – Un nuova polemica divide la comunità ebraica milanese. Da una parte c´è Andrea Jarach, fratello dell´ex presidente, editore che si occupa di Shoah e che si candida al consiglio comunale nella lista civica dell´aspirante sindaco di centrodestra Letizia Moratti. Dall´altra l´attore, scrittore e musicista Moni Ovadia che, nella corsa a Palazzo Marino, si presenta come indipendente tra le fila dell´Ulivo. Al centro: l´alleanza elettorale dell´ex ministro con i neofascisti della Fiamma Tricolore. Un connubio, che non va giù a Ovadia. Che si abbandona a uno sfogo: «Sono esterrefatto che un ebreo possa sedere con un fronte che si allea con i neofascisti. Nella sinistra possono esserci tante magagne, ma non mi dimentico chi stava con noi quando venivamo deportati nei lager. C´è un confine invalicabile e questo è il fascismo». E arriva a lanciare una minaccia: «Non mi riconosco più in questa comunità. Per anni sono stato attaccato per le mie critiche al governo di Israele e ora c´è chi va con i fascisti. Se potessi vorrei fare la comunità degli ebrei democratici italiani». Ma Jarach replica: «Anche a me quell´alleanza fa orrore, ma Letizia Moratti ha ribadito che l´antifascismo è un suo valore».
Il caso scoppia a tre giorni dalle elezioni comunali. Ma anche, per una strana coincidenza, da quelle che vedranno i 6.500 iscritti della comunità della città votare per il parlamentino che li governerà per i prossimi quattro anni. A rilanciare la discussione è un blog molto frequentato dalla sinistra che parla di «uno sputo sulla Shoah» e viene preso d´assalto in poche ore: oltre 200 commenti. E una sola domanda: può un ebreo essere alleato con una formazione neofascista? Per Moni Ovadia no, anche se l´amarezza dell´attore va oltre: «Sono stufo di sentirmi dire che il paradigma per giudicare ciò che è ebraicamente giusto o sbagliato è l´atteggiamento verso il governo di Israele. Per me l´ebraismo è altro. Se viene a mancare il minimo comune denominatore non si deve stare per forza insieme».
Ma per Jarach questi attacchi sono «strumentali»: «È come se io criticassi loro perché sono alleati dei nazi-islamici che inneggiano all´uccisione dei nostri carabinieri e dei civili in Israele. Anch´io aborro queste formazioni, ma quello 0,5 per cento di neofascisti non deve impedire a un ebreo di sentirsi rappresentato da una coalizione che ha operato per la difesa di Israele». Il portavoce Yasha Reibman attacca l´alleanza, ma difende la candidatura: «Lo diciamo da oltre un anno: quella con i neofascisti è un´alleanza inaccettabile, tanto cinica quanto inutile. Certe compagnie fanno perdere più voti di quanti ne portino. Ho sempre difeso la libertà di Moni Ovadia di dire quello che pensava così come difendo il diritto di Andrea di candidarsi». E per il presidente Leone Soued: «Jarach rappresenta in Italia lo Yad Vashem, il museo della Shoah e sono convinto che non rinunci assolutamente ai valori dell´antifascismo. Purtroppo ci sono gruppi che possono farci ancora male, ma questo problema c´è anche nell´estrema sinistra». Ma per il neo deputato diessino e segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano qualcosa non va: «Istintivamente mi ribolle il sangue a vedere un ebreo all´interno di un´alleanza con i neofascisti, anche se non viene messo in dubbio l´antifascismo di Jarach. Ho sempre criticato chi, nell´estrema sinistra, si comportava da antisemita nei confronti di Israele. Non mi pare che verso i fascisti alleati con la destra ci sia stato tutto questo clamore».
indy – repubblica
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