Dal Corriere della sera
Terzo arresto, mentre salgono a 11 gli indagati, per i pestaggi tra giovanissimi estremisti di destra e di sinistra il 4 maggio scorso vicino alla basilica di Sant’Ambrogio. Con l’accusa di rissa aggravata è finito agli arresti domiciliari D. C., un militante di Forza Nuova poco più che maggiorenne. Per gli stessi violenti scontri tra bande di opposte fazioni politiche sono già da un mese agli arresti domiciliari due giovani dell’ultrasinistra, V. F. e C. R., accusati delle lesioni più gravi. Gli altri otto indagati sono tutti minorenni, perlopiù studenti. Le perquisizioni eseguite l’altro ieri insieme al nuovo arresto hanno aggravato gli indizi a carico del giovane neofascista: nella sua casa la polizia ha sequestrato una ventina di coltelli e decine di manganelli, tirapugni, spranghe e bastoni da arti marziali. L’arrestato aveva in tasca una chiave della sede di Forza Nuova in piazza Aspromonte, che di conseguenza è stata perquisita. Nei locali di questo partito neofascista gli agenti hanno trovato molti altri manganelli conservati con ordine, come una specie di arsenale di armi improprie.
L’inchiesta era partita dal ferimento di D. B., un minorenne della «Legione studentesca» di Forza Nuova. Il 4 maggio i picchiatori dell’ultrasinistra hanno tentato di spaccargli la testa: trauma cranico e frattura del setto nasale. I primi arresti hanno colpito due militanti del centro sociale «Kasa», che ha sede accanto al liceo Tenca. Il successivo mese di indagini ha però convinto la Procura che non si trattò di un raid a senso unico: il ferimento fu l’epilogo di reciproche aggressioni tra gruppi rivali. «Rossi» contro «neri», come negli anni di piombo. La Procura indaga su almeno 14 partecipanti al pestaggio finale all’angolo tra le vie Olona e De Amicis. Neofascisti e autonomi si erano scambiati i primi insulti davanti al bar Frisby, dove un estremista di destra ha provocato i «rossi» brandendo un coltello e passandosi la lama più volte sulla lingua e sul corpo in segno di sfida. Di lì a poco le due bande si sono organizzate per darsi battaglia per strada. Entrambi i gruppi hanno usato armi improprie: catene d’acciaio, bastoni, manicotti antincendio e spray accecante, oltre al coltello dell’arrestato.
Magistrati e polizia vogliono indagare a fondo per evitare che scontri e pestaggi possano degenerare nel sangue: tre anni fa due naziskin uccisero a coltellate un giovane di sinistra, Davide Dax Cesare. Da mesi il quartiere di Sant’Ambrogio è tappezzato di scritte vergognose, con i «neri» che inneggiano all’omicidio di Dax e i «rossi» che esaltano l’assassinio di Ramelli. Agli 11 indagati la Procura ha contestato «l’odio politico» come aggravante: reati compiuti «per motivi abietti».
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