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L’ex bandiera della Lazio era impegnato con la Cisco Roma
in un triangolare con la squadra di casa e la Sorianese
Di Canio, lite con scazzottata
finisce male la trasferta a Viterbo
Il calciatore ha riportato una ferita alla gamba destra
L’altro protagonista della rissa è un viterbese di estrema destra
ROMA – Paolo Di Canio è stato protagonista di una violenta lite con scazzottata. E’ accaduto a Viterbo la notte scorsa, al termine del triangolare Trofeo Yeir, vinto dalla Cisco-Lodigiani, la squadra in cui milita l’ex bandiera della Lazio, su Sorianese e Viterbese. Il calciatore ha riportato una ferita lacero contusa al polpaccio destro. L’altro protagonista della rissa è un giovane viterbese, noto alle forze dell’ordine per la sua militanza nell’estrema destra. Coinvolti anche altri giovani che, secondo quanto accertato dalla polizia erano intervenuti per dividere i contendenti. Alcuni di loro hanno subito lievi contusioni.
La lite è scoppiata poco prima dell’1 in piazza della Rocca, nei pressi del ristorante in cui la squadra romana, che milita nel campionato di serie C2, aveva cenato dopo aver vinto il triangolare con Sorianese e Viterbese. Stando a quanto riferito da Di Canio agli uomini della Digos e della Mobile, il giovane lo avrebbe insultato mentre era diretto verso la propria auto, con frasi offensive rivolte alla madre e alla moglie. Il giovane viterbese invece ha sostenuto di essere un fan di Di Canio e che le frasi offensive sarebbero state gridate da un paio di ragazzi che passavano nelle vicinanze. Insomma, si sarebbe trattato di un equivoco.
Una volta condotti in questura, Di Canio e il giovane hanno detto che non intendevano sporgere querela. Ora sarà la polizia a valutare se esistano o meno i presupposti per una denuncia d’ufficio.
Ad evitare che la lite degenerasse in una gigantesca rissa, sono state alcune pattuglie della Volante, della Squadra Mobile e della Digos di Viterbo, che sono immediatamente intervenute. Alla vista delle auto della polizia, alcuni giovani si sono allontanati.
L’episodio ha creato una forte tensione in città, con alcuni ultrà, che all’inizio del triangolare avevano premiato Di Canio e gli avevano rivolto una vera e propria ovazione, che avrebbero voluto vendicare il loro idolo. Una volta chiarito l’episodio, però, la situazione è tornata alla normalità.
(21 agosto 2006)
Rep
Viterbo, il calciatore reagisce alle grida dei ragazzi
Era in compagnia dell’ideologo d’estrema destra Signorelli
Di Canio, non sei più un camerata”. Ed è rissa
Pugni, spintoni, calci per l’ex laziale una ferita al polpaccio
di FEDERICA ANGELI
VITERBO – “Non sei più un camerata. Vergognati, i veri fascisti siamo noi”. E’ iniziata così quella che in una manciata di minuti si è trasformata in una maxi rissa nel centro di Viterbo che ha visto protagonista l’ex attaccante della Lazio Paolo Di Canio, mentre passeggiava assieme a Paolo Signorelli, ideologo di estrema destra, coinvolto e poi prosciolto in numerose inchieste sui movimenti neofascisti.
A sfidare il giocatore dal finestrino di un’auto in corsa un gruppo di tifosi, anche loro di destra, che, non hanno più riconosciuto nel loro idolo sportivo, il camerata che salutava la curva col braccio destro teso. Quello che, sfidando le polemiche, ha subìto una squalifica e una multa di 10mila euro per aver ripetuto il saluto romano anche l’11 dicembre del 2005, nel match Livorno-Lazio.
Dall’attacco politico, gli ultra sono così passati a insulti pesanti rivolti alla moglie e alla figlia di Di Canio. È stato a questo punto che l’ex biancoceleste ha affrontato il gruppo, invitandolo a scendere dalla macchina e ad avvicinarsi. E da un colorito botta e risposta si è passati alle mani: sono volati pugni, spintoni e calci. Ad avere la meglio sembra essere stato il tifoso che, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, ha afferrato una bottiglia rotta e ha ferito Di Canio al polpaccio destro.
La rissa è terminata solo quando sono intervenute in piazza della Rocca numerose volanti della polizia che hanno caricato tutti in macchina e li hanno portati in questura. Di fronte agli investigatori della Digos l’ex attaccante laziale, ora in forza alla Cisco-Lodigiani, e il suo rivale, hanno raccontato la loro versione dei fatti. Ma alla fine entrambi hanno scelto di non sporgere querela. Ora la questura deciderà se procedere d’ufficio.
(22 agosto 2006)
news