Da
L'Adige
Croci uncinate e vernice gialla contro "Bruno"
L'auto di Donatello Baldo è stata colorata di giallo, i muri dello stabile dell'ex Dogana bersagliati di «molotov» cariche di tempera color canarino. Ma sono soprattutto alcune grandi croci uncinate disegnate sulla facciata a far reagire i ragazzi del Csa Bruno
08/07/2008 11:44
Hanno ricevuto la solidarietà di Rifondazione e un messaggio da parte della vicepresidente della giunta provinciale Margherita Cogo i ragazzi del Centro sociale Bruno, assaltato nella notte da sconosciuti «armati» di tempera e pennelli (foto Piero Cavagna). L'auto di Donatello Baldo è stata colorata di giallo, i muri dello stabile dell'ex Dogana bersagliati di «molotov» cariche di tempera color canarino. Ma sono soprattutto alcune grandi croci uncinate disegnate sulla facciata a far reagire i ragazzi del Csa Bruno. «La svastica è un segno bruttissimo e la storia insegna - spiega Donatello Baldo - non è stata una bravata: se fossero stati semplici vandali avrebbero avuto una bomboletta spray. Ad agire è stato un gruppo ben organizzato, che ha gettato contro la sede bottiglie di vetro preparate con nastro adesivo, carta di giornale e piene di tempera e ha imbrattato anche la mia Fiat Punto, a cui sono stati spezzati pure i tergicristallo. La banda è entrata in azione dopo le 2.30, perché fino a quell'ora la sede era a posto». Poi Baldo lancia una provocazione: «La svastica è un insulto, uno sfregio al nostro murales (criticato in quanto fatto abusivamente, ndr). Noi chiediamo ai cittadini: imbratta più un murales o una svastica?». L'edificio occupato dai ragazzi è di proprietà della Provincia. «Noi non possiamo fare denuncia per l'imbrattamento e viviamo con preoccupazione ciò che è accaduto. Per fortuna riceviamo la solidarietà dei passanti, dal barista che sta proprio accanto a noi alla vicepresidente della giunta Margherita Cogo, che ci ha promesso che la prossima settimana verificherà di persona l'accaduto», prosegue Baldo. In una nota scritta, il Csa Bruno evidenzia che «le svastiche non offendono soltanto noi, ma tutta la città». Per Rifondazione Comunista, l'imbrattamento «non è un semplice segno di idiozia, ma un segnale preoccupante». Sull'episodio, indaga la Digos.
Lunedì 7 luglio 2008 17:17 Svastiche sul murales del Centro sociale Bruno
Nella notte sono state imbrattate le facciate con vernice gialla
Global Project Trento
Le svastiche che la notte scorsa sono state disegnate sulla facciata del Centro sociale Bruno non offendono soltanto noi, ma tutta la città.
I simboli che coprono il murales appena dipinto sono uno sfregio alla democrazia e alla libretà, e rievocano le terribile storia del Novecento: sterminio, totalitarismo, razzismo, olocausto.
Tracciare le croci di una svastica è uno dei gesti più esecrabili e abietti verso cui si ribellano i milioni di uomini e donne che sotto quei simboli sono morti.
Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per l’episodio che ha colpito il nostro Centro sociale, per l’escalation di intolleranza che pochi giorni fa ha visto giovani padani affiggere sul murales i manifesti contro le moschee e la notte scorsa dei neonazisti vergare croci uncinate.
Guardando oggi la facciata del nostro spazio sociale, è facile capire la differenza tra un murales dipinto con i colori vivi dell’impegno e dell’arte e uno sfregio vigliacco e ripugnante che è riduttivo chiamarlo soltanto imbrattamento.
La facciata che nottetempo è stata oltraggiata non è di nostra proprietà ma appartiene alla PAT.
A questa istituzione chiediamo di denunciare presso l’autorità competente l’accaduto, affinché la politica sappia fare differenza tra un dipinto che abbellisce e la blasfemia di una svastica.
Di fronte alla simbologia macabra e alle idee di odio e intolleranza siamo chiamati tutti a rinnovare il patto antifascista, ritornando ad essere ancora una volta partigiani.
Centro sociale Bruno
Da
Global Project
Galleria d’immagini
Da
Il Manifesto
POLITICA & SOCIETÀ
pagina 05
breve
TRENTO
Svastiche al centro sociale Bruno
Croci uncinate e muri imbrattati di giallo. Così i ragazzi del Csa Bruno, a Trento, hanno trovato il centro sociale, assaltato nella notte da sconosciuti armati di «molotov» cariche di tempera color canarino. «La svastica è un segno bruttissimo e la storia insegna - spiega Donatello Baldo del Csa e leader dei no global trentini che si è ritrovato pure la propria auto imbrattata di giallo - non è stata una bravata: se fossero stati semplici vandali avrebbero avuto una bomboletta spray. Ad agire è stato un gruppo ben organizzato, che ha gettato contro la sede bottiglie di vetro preparate con nastro adesivo, carta di giornale e piene di tempera». L'edificio occupato è di proprietà della Provincia. «Noi non possiamo fare denuncia per l'imbrattamento - continua Baldo - e viviamo con preoccupazione ciò che è accaduto. Per fortuna riceviamo la solidarietà dei passanti, dal barista che sta proprio accanto a noi alla vicepresidente della giunta Margherita Cogo, che ci ha promesso che la prossima settimana verificherà di persona l'accaduto».
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