pubblicato il 25.01.09
E i fascisti rivoluzionari di Casa Pound flirtano con Alemanno ·
ROMA Il movimento di estrema destra occupa un altro edificio del Comune. E il sindaco tratta. Ieri la protesta dei centri sociali
E i fascisti rivoluzionari di Casa Pound flirtano con Alemanno
Giacomo Russo Spena
ROMA
Si dicono «rivoluzionari del terzo millennio» e «gli unici veri ribelli» nella società, ma il loro rapporto col sindaco di Roma Gianni Alemanno è sempre più fitto: sono seduti in tavoli istituzionali, come quello sull'emergenza abitativa, e trattano nuove «basi logistiche» in giro per la città. Come avviene in queste ore con lo stabile occupato lunedì mattina nel quartiere Portuense.
I neofascisti di Casa Pound, organizzazione nazionale fuoriuscita dalla Fiamma Tricolore, si candidano a tutti gli effetti a diventare i «ragazzotti» di quella destra sociale presente nel Pdl. La presenza dei consiglieri comunali (ex An) Luca Gramazio e Alessandro Cochi, in loro difesa, al tentativo, molto "morbido", di sgombero dell'occupazione (un circolo bocciofilo di proprietà del Comune in disuso da anni ma già assegnato ad un centro anziani) di Portuense è un solo un episodio di una lunga serie di «attraversamenti» comuni. Lo scorso 2 gennaio, ad esempio, l'area degli spazi occupati di destra si presentava sotto al Campidoglio per richiedere una verifica sui criteri di assegnazione delle autogestioni «gestiti nell'ultimo ventennio, grazie alla connivenza con le giunte Rutelli e Veltroni, esclusivamente da associazioni di sinistra non rappresentanti la realtà giovanile romana». Alemanno li accoglieva a braccia aperte.
Stesso discorso per la vicenda dell'occupazione (ribattezzata «Uscocchia», in ricordo dai «pirati» di D'Annunzio) di Portuense. «E' arrivato il momento di restituire questo spazio al quartiere», diceva Gianluca Iannone, leader di Casa Pound Italia, subito dopo esser entrato nell'immobile, per poi chiedere subito un incontro col sindaco e l'assessore allo Sport: «Vogliamo - continuava - che il circolo ci venga assegnato, così da poterlo restituire ai cittadini». L'occupazione crea, ovvi, malumori tra le realtà dei centri sociali e partiti di sinistra, i quali denunciano di non poter tollerare «nuovi covi razzisti e xenofobi» a Roma. Così ieri un corteo di 500 persone attraversa il quartiere Portuense al grido «fascisti carogne, tornate nelle fogne». In apertura lo striscione «Renato vive», Biagetti il ragazzo ucciso a coltellate da un fascista due anni fa sul litorale romano.
In contemporanea un presidio della comunità ebraica manifesta il proprio dissenso per il nuovo stabile fascista. A separarli, dalla cinquantina di militanti di Casa Pound accorsi per «difendere» la loro occupazione, un folto schieramento di forze dell'ordine. Le quali vigilano su eventuali "attacchi" della sinistra. Da giorni. «Hanno blindato l'occupazione difendendola con 21 camionette» afferma un attivista del centro sociale Acrobax che, insieme a un altro, giovedì è stato convocato in Questura per un «avvertimento nel non commettere atti impropri». Comunque il bocciofilo verrà lasciato da Casa Pound, che sapendo il progetto comunale sul posto, ha usato fin dall'inizio lo stabile come merce di scambio. Sembra che la giunta sia intenzionata ad assegnare ai neofascisti un immobile in II municipio. «Alemanno usa due unità di misura differenti, a noi sgomberi e denunce a loro assegnazioni» affermano gli attivisti di sinistra che poi rifiutano l'equiparazione tra estremi fatta tante volte dal sindaco: «Le nostre attività rappresentano un pezzo di società, Casa Pound ha dietro poco più di cento persone».
Intanto se la forza di Iannone è sempre più disponibile al dialogo col primo cittadino, nuove forze provano a sostituirla a destra. Estrema. Come nel caso di Militia: la neonata organizzazione (in totale rottura con Casa Pound) di Maurizio Boccacci fa infatti della lotta alla giunta alemanniana una bandiera per aggregare.
manifesto 25/01/2009
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