L'attaccante ucraino non è risultato gradito a Vallekas dopo essere stato visto arrivare in Spagna, quest'estate, con una maglia con un simbolo appartenente a un gruppo di estrema destra
MADRID - Dopo il caso Mounier-Saint Etienne, con i tifosi che hanno letteralmente 'cacciato' il neoacquisto del Bologna (poi finito all'Atalanta) per via dei trascorsi al Lione, rivale storico della squadra verde, è toccato oggi a un altro giocatore fare la valigie anzitempo sull'onda della rivolta della tifoseria del Rayo Vallecano. Si tratta dell'attaccante ucraino, Roman Zozulya, acquistato pochi giorni fa dal Betis Siviglia, dove adesso è tornato, ma dove non potrà giocare fino al termine della stagione, avendo firmato e rescisso il contratto, dopo aver cominciato la stagione col Dnipro.
L'ACCUSA DI NAZISMO - Motivo della contestazione: l'accusa di nazismo. Tutto risale alla scorsa estate, quando il giocatore, proveniente dal Dnipro, era atterrato in Spagna sfoggiando una maglia con un simbolo appartenente a un gruppo ucraino di estrema destra. Una scelta che i tifosi del Rayo Vallecano non hanno dimenticato visto che, non appena il club ha formalizzato l'acquisto in questo mercato invernale, i tifosi si sono scatenati, insultando il giocatore ed esponendo uno striscione molto eloquente: "Vallekas non è un posto per nazisti, tornatene a casa".
IL GIOCATORE E' TORNATO AL BETIS - "Zozulya è tornato a Siviglia momento e adesso esamineremo cosa fare con i nostri legale", ha spiegato il ds del Betis, Miguel Torrecilla aggiungendo di aver parlato col giocatore "concordando, per il bene di tutti, che la cosa migliore, visto il clima creatosi, era quella di tornare a Siviglia".
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