pubblicato il 6.03.22
Cgil nel mirino: dopo l'assalto di ottobre a Roma, intimidazioni neofasciste alle sedi locali ·
Scritte sui muri, molotov e attacchi hacker: tutti gli episodi degli ultimi mesi. "Siamo rimasti in pochi sul territorio ad occuparci dei problemi reali delle persone. Questa cosa sembra disturbare qualcuno che vorrebbe occupare quei luoghi lasciati vuoti dalla politica"
06 Marzo 2022
MILANO - L'assalto di neofascisti e no vax alla sede nazionale della Cgil dello scorso 9 ottobre è stato il caso più eclatante, rumoroso e simbolicamente significativo. Ma il sindacato rimane tuttora nel mirino, seppur in maniera più silenziosa. Perché da allora, a cadenza settimanale le Camere del Lavoro, da nord a sud, rimangono l'obiettivo prediletto per azioni simboliche della stessa area grigia a metà tra estrema destra e complottismo anti-vaccinale. L'elenco e le fotografie di sfregi, scritte sui muri, minacce - addirittura una molotov rinvenuta fuori dalla sede della Cgil di Jesi - è lungo.
Giovedì si è aperto il processo contro i vertici di Forza Nuova per i fatti di Corso Italia, eppure lo stesso giorno sono apparse scritte che paragonavano la Cgil al nazismo a Massa Lombarda (Ravenna); la settimana prima era avvenuto lo stesso a Chiavari (Genova), e poi prima ancora Milano, Parma, Venezia, Piombino, Treviso, Galatina, Foggia, Forlì, Roma. "Servi dello Stato, "morte a comunisti e Cgil", "sindacato nazi", "Pd e Cgil state con i padroni", "Cgil nemica degli studenti", poi assalti via social sparsi a singole pagine delle sedi territoriali, un attacco hacker al sito della Cgil: un polpettone indigesto di accuse opposte e che però di fatto aumentano una sorta di accerchiamento attorno al sindacato. L'impressione generale è che l'assalto del 9 ottobre, più che da deterrente, in diversi casi abbia ispirato l'azione una galassia di estremismi che individuano confusamente in questi luoghi il simbolo da aggredire.
"Gli attacchi che subiamo quotidianamente provengono da mondi diversi", conferma Massimo Bonini, che guida la Camera del Lavoro più grande d'Italia, quella di Milano. Tra chi staccò lo striscione con la scritta 'mai più fascismi' e qualche atto vandalico nelle sedi dell'hinterland, anche nel capoluogo lombardo il sindacato ha ben chiaro il problema. Ma le ragioni? "La verità è che ormai le persone sono abbandonate a se stesse. Siamo rimasti in pochi sul territorio ad occuparci dei problemi reali delle persone. Questa cosa sembra disturbare qualcuno che vorrebbe occupare quei luoghi lasciati vuoti dalla politica e che, come Cgil, a fatica proviamo a difendere", spiega Bonini che con un po' di orgoglio aggiunge "sa, non abbiamo paura di dire la nostra, noi ci mettiamo la faccia sempre. Anche quando e soprattutto, le cose non vanno come vorremmo. Siamo un soggetto capace di prendersi le proprie responsabilità, nel bene e nel male. Forse è proprio di questo che c'è più bisogno in tempi così complicati".
https://www.repubblica.it/politica/2022/03/06/news/cgil_assalto_sedi_sindacato_destra_fascismo-340422598/?ref=RHTP-BH-I340457320-P10-S5-T1
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