pubblicato il 3.07.18
Uno Bianca, Occhipinti è libero: "Si è pentito" ·
I parenti delle vittime: "Devastati, decisione grave, dovevano dargli un altro ergastolo". De Maria (Pd): "Sconcerto"
03 luglio 2018
BOLOGNA Marino Occhipinti, uno degli ex poliziotti assassini della Banda della Uno Bianca, da ieri è un uomo libero. Il Tribunale di sorveglianza di Venezia gli ha notificato in carcere, al "Due Palazzi", il provvedimento che da subito gli consente di uscire dalla casa di reclusione di Padova. La notizia è riportata da alcuni quotidiani.
Condannato all'ergastolo nel 1997 per l'omicidio di Carlo Beccari, guardia giurata di 26 anni ucciso nel 1988 durante l'assalto alla cassa continua della Coop di Casalecchio di Reno, nel Bolognese, l'ex poliziotto oggi ha 53 anni e godeva del regime di semilibertà dal 2012. Il 20 giugno scorso il suo avvocato, Milena Micele, ha presentato in udienza la documentazione a favore della libertà, che comprende le relazioni sul suo lavoro svolto fuori e dentro il carcere con la cooperativa Giotto. Secondo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza il suo pentimento è "autentico", ha "rivisitato in modo critico il suo passato" e "non è socialmente pericoloso"
Uno Bianca, Occhipinti è libero: "Si è pentito"
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I PARENTI DELLE VITTIME. "Io ad Occhipinti gli darei di nuovo l'ergastolo, altro che libertà, deve rimanere in prigione". Sono parole di Luigi Beccari, il papà di Carlo, la guardia giurata di 26 anni uccisa dalla Banda della Uno Bianca nel 1988, Luigi Beccari, che si trova in ospedale, ha spiegato di aver saputo della scarcerazione di Occhipinti da "una persona amica. Tutto questo mi fa molto male, quando uscirò da qui farò qualcosa", ha detto senza riuscire a trattenere le lacrime. "Se siamo arrivati a questo punto è colpa anche di chi comanda il carcere di Padova (dov'era detenuto Occhipinti ndr.) che aveva già spinto per la sua semilibertà. Dovevano chiedere ai familiari delle vittime - ha proseguito -, a me, se poteva uscire. Così non va bene, bisognerebbe cambiare le leggi".
Beccari, non vuole sentire parlare di pentimento. "Non mi interessa - ha concluso -, dovrebbero darlo a me, così potrei parlarci bene, come dico io. E' solo un assassino, che ha ucciso una persona innocente, mio figlio, e da quel momento tutto è cambiato".
Uno Bianca, Occhipinti libero: il dolore dei parenti delle vittime. "Non è pentito"
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"Una decisione grave che non capisco. Non c'è stato rispetto per le vittime": così il presidente dell'Associazione familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca, Rosanna Zecchi, ha commentato il provvedimento. "Questa mattina - ha detto la rappresentante dei familiari - ho sentito la figlia di Beccari ed era devastata. I magistrati con leggerezza mandano fuori dal carcere queste persone, è una legge sbagliata che occorre cambiare". Quanto ai giudici di sorveglianza "anche se non era dovuto - ha osservato Zecchi - potevano almeno telefonare a noi dell'Associazione, non c'è stato rispetto per le vittime. Comunque - ha concluso - prendiamo atto di questa decisione e speriamo che non escano dal carcere altri componenti della Banda, mi riferisco ai fratelli Savi perchè sono pericolosi".
"E' un'indecenza". Così Anna Maria Stefanini, la madre di Otello, carabiniere ucciso dalla Banda della Uno Bianca il 4 gennaio 1991 nel quartiere del Pilastro a Bologna, commenta, al telefono con l'ANSA, la scarcerazione di Marino Occhipinti. "Voglio replicare al giudice che testualmente ha scritto che il suo pentimento è 'autentico', invitandolo a riflettere su come nessun pentimento possa considerarsi compiuto se non è accompagnato dal perdono dei familiari delle vittime, vittime essi stessi della perdita dei propri cari ad opera di azioni criminali che, nel caso della Banda della Uno Bianca hanno determinato l'omicidio di 24 persone e il ferimento grave di altre 103".
REAZIONI."La notizia della scarcerazione di Marino Occhipinti è motivo di grande sconcerto". E' il commento del deputato del Pd, Andrea De Maria. "Nel rispetto delle sentenze della magistratura e nella consapevolezza del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena - ha detto De Maria - non si può non vedere che siamo di fronte ad una decisione che, a poco più di vent'anni dal processo sulla Uno Bianca, conferma e rafforza l'idea di una sproporzione fra i delitti compiuti da quella banda criminale e il percorso giudiziario dei colpevoli".
Secondo il parlamentare Pd la Uno Bianca "ha rappresentato più che un semplice episodio di criminalità ma una occasione di destabilizzazione della convivenza civile e delle istituzioni di Bologna, operata da chi quella convivenza avrebbe dovuto difendere, in un contesto che ha consentito per anni ai responsabili di agire indisturbati". Nel dare la sua solidarietà ai familiari dei morti e feriti dalla banda, De Maria ribadisce che "lo Stato dovrebbe prima di tutto stare dalla parte delle vittime della violenza, del terrorismo, della criminalità organizzata e del loro diritto ad avere giustizia".
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2018/07/03/news/uno_bianca_occhipinti_e_libero-200700641/
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