pubblicato il 31.07.18
Razzismo di stato: Casa Pound non fa paura, Salvini sì ·
Appena uscito per Mimemis un libro, scritto dallo studioso Elia Rosati, che ricostruisce analiticamente genesi, storia e programma del partito della Tartaruga Frecciata. Un testo di grande attualità e importanza. Ma se i fascisti del Terzo Millennio, pur attestando una lieve crescita, restano una forza marginale nella società, incapace di raggiungere l’1 per cento alle elezioni del 4 marzo, è preoccupante annotare come una serie di loro vecchie battaglie o parole d’ordine siano oggi sdoganate, legittimate, di senso comune e fatte proprie dalla Lega, nei sondaggi il primo partito italiano.
di Giacomo Russo Spena
Tanto rumore per nulla. Eppure prima del 4 marzo, si annunciava l’ascesa inarrestabile dei fascisti del Terzo Millennio, sui giornali si ipotizzava un loro ingresso in Parlamento e il leader, Simone Di Stefano, era ospitato nei principali talk show del Paese. Le varie trasmissioni narravano il “mutualismo” di Casa Pound, sdoganandola e legittimandola. La consegna di alcuni pacchi di pasta, rigorosamente soltanto agli italiani, veniva raccontata – enfatizzando ed ingigantendo l’azione – come assiduo lavoro sociale per i ceti meno abbienti delle periferie metropolitane ormai abbandonate (e questo è vero) dalla sinistra. Una sovraesposizione che non troverà riscontro nelle urne affermandosi come la più classica delle bolle mediatiche.
I numeri sono incontrovertibili: lo 0,9 per cento (poco più di 300mila voti) non rappresenta alcun boom elettorale. Casa Pound si conferma in crescita – elegge qualche consigliere comunale – ma non nelle proporzioni annunciate dai media. Un fenomeno da non sottovalutare e da monitorare. Più che altro per l’impatto culturale nella società e la normalizzazione di alcune tesi prima patrimonio esclusivo dell’estrema destra e ora di dominio pubblico, come il famigerato motto “prima gli italiani”.
Elia Rosati – studioso di storia contemporanea dell’Università Statale di Milano e da sempre attento ai movimenti neri ed eversivi in Italia – ha prodotto forse il miglior libro uscito sul partito della Tartaruga Frecciata. Il titolo è inequivocabile: “CasaPound Italia, fascisti del Terzo Millennio” (Mimesis, 236pp). Un testo, non ideologico, che spiega come questa organizzazione sia divenuta, in primis, egemone nella destra radicale giovanile italiana, capace di portare una potente e iconoclasta ventata di novità in un mondo (quello neofascista) che non riusciva a rinnovare i propri linguaggi e la propria pratica militante. Una lettura utile – con due appendici del giornalista Valerio Renzi su alcuni recenti casi di cronaca che hanno visto coinvolti esponenti di Casa Pound e alcuni volti criminali – per comprendere genesi ed innovazioni, finte e reali, di un partito che ormai appartiene al circolo mediatico della politica. Pienamente legittimato dal Sistema e dai giornalisti nostrani.
Nel primo capitolo il libro ci conduce agli albori culturali di Casa Pound, ovvero ai Campi Hobbit di fine anni ‘70: esperienze di una nuova destra radicale che scopriva l’ammirazione per icone di sinistra (da De André a Corto Maltese e Che Guevara), la potenza narrativa della letteratura fantasy (Tolkien), della grafica, del cinema americano, del fumetto e della comunicazione. Sono le prime frange eretiche nei confronti di un MSI che rimarrà sempre la casa madre, e di passaggio, per i camerati nostrani. Ma i fascisti del Terzo Millennio sono figli anche di altro: nel ‘90 sono i tempi di Meridiano Zero, un movimento che parla di tecnopolitica e di rottura coi vecchi cliché fascisti, e poi successivamente di Base Autonoma dove incontrano altri pezzi della galassia neofascista italiana come il forzanovista Giuliano Castellino (nelle cronache odierne per i continui problemi con la giustizia) o Maurizio Boccacci, il guerriero di Militia. Nel 2003 nasce ufficialmente Casa Pound che ha al proprio origine tre elementi cardine: la visione comunitaria/metapolitica, la militanza eretica dell’ultimo Fronte della Gioventù, e la socialità sottoculturale del mondo white power. Come scrive Rosati, “questi fattori vengono resi sinergici ed esplosivi dal modo in cui vengono riletti, cioè con lenti del futur/arditismo tipico del fascismo movimento: in realtà più che a De Felice o Perfetti, è in voga Emilio Gentile”. Il libro analizza il loro credo ideologico che spazia proprio dal filosofo di regime, Gentile, alla teoria della Grande Sostituzione (etnica) fino all’ideologia gender. Ponendo l’accento sul protofascismo, non tanto sul fascismo che fu di regime, il partito della Tartaruga Frecciata costituisce la propria narrazione su un’irriducibile ma fluida identità ideologica, rifiutando ogni etichetta. Il nume tutelare diventa Gabriele Adinolfi, l’ex Terza Posizione e volto storico dell’estrema destra italiana.
Chi scrive in passato ha svolto diverse inchieste su Casa Pound arrivando più volte a visitare il palazzo occupato di Via Napoleone III, a Roma. Lì, come non ricordarsi le provocazioni culturali con iniziative su Chavez, Peppino Impastato, Bobby Sands, Rino Gaetano o l’incontro internazionale coi greci di Alba Dorata. Negli anni la storia dei fascisti del Terzo Millennio passa per lo slogan ai tempi dell’Onda “né rossi né neri ma liberi pensieri” scandito in piazza da Blocco Studentesco, l’organizzazione giovanile, fino ai famigerati scontri di Piazza Navona; per il nazirock degli ZetaZeroAlfa (con la rinomata danza della cinghiamattanza in cui i camerati si colpiscono ballando con la cinghia dei pantaloni); per l’apertura del pub Cutty Sark al centro di Roma; per le irruzioni “futuriste” nella casa del Grande Fratello, per la nascita di Radio Bandiera Nera e, ancora, per l’attraversamento corsaro in Fiamma Tricolore.
Casa Pound attua un lavoro articolato e ben diverso dalle altre organizzazioni neofasciste, vedi Forza Nuova, più ancorate alla disciplina e al credo del Ventennio. Si era intuito, da subito che – nel loro tentativo di rinnovare il "campo" con nuovi slogan e un immaginario a metà strada tra le sottoculture giovanili, il futurismo e Terza Posizione – avrebbero avuto maggiore risonanza mediatica rispetti ad altri gruppi dell’estrema destra. Così è stato.
Attenti alle istanze sociali (come il dramma abitativo) lavorano per inserirsi in contesti abbandonati dalla sinistra classica: la scuola e le periferie. Si sono posti come camerati “ripuliti”, totalmente postmoderni. Dialoganti con la sinistra: Casa Pound ha ospitato dibattiti con Piero Sansonetti, Flavia Perina, l’ex deputata Pd Anna Paola Concia e l’ex brigatista Valerio Morucci.
Un’operazione che li ha accreditati nella scena politica nazionale. Fino ad avere come interlocutori in Via Napoleone III, durante l’ultima campagna elettorale, giornalisti del calibro di Enrico Mentana, Corrado Formigli e Nicola Porro. Alle recenti elezioni Casa Pound è andata sola, rompendo il sodalizio nato con la Lega durante la manifestazione congiunta del febbraio 2015 sotto il motto “sovranità” e con 3 punti programmatici cardine: “No euro, stop immigrazione, prima gli italiani”. Dopo il nuovo accordo di Salvini con Berlusconi, dove nel meeting di Bologna è stato rispolverato il centrodestra, i fascisti del Terzo Millennio hanno optato per la corsa solitaria malgrado la stima per il Carroccio sia sempre tangibile. Come ammette, tranquillamente, in una recente intervista sulla Stampa Luca Marsella, consigliere municipale ad Ostia e volto in auge in Casa Pound Italia: “Con Salvini eravamo davvero molto vicini. Parlavamo, c’era scambio. Lui poi ha deciso di ricandidarsi col centrodestra, è andato a Bologna, sul palco con Berlusconi, e questo ha significato un allontanamento, spero momentaneo. Nei fatti e nelle idee siamo rimasti molto simili. Sull’immigrazione e sull’euro abbiamo politiche davvero contigue, al di là degli accenti. Tra l’altro molti dei punti di questo governo sono ripresi pari pari dal programma di CasaPound, quindi noi non possiamo che sostenerlo”.
Non ha tutti i torti. E qui arriviamo all’importanza del libro di Elia Rosati: quel passaggio di Marsella (“molti dei punti di questo governo sono ripresi pari pari dal nostro programma”) nasconde una verità che molti non vogliono vedere. Travolta dalle grane giudiziarie, dalla cronaca di scontri e violenze e da un afflato di radicalità estrema, Casa Pound resta, nonostante il lavoro su un nuovo immaginario, un soggetto riconducibile al periodo del Ventennio e che spaventa l’elettorato moderato. Un progetto, quindi, destinato a rimanere marginale e perdente. In secondo luogo, un cittadino che crede nell’invasione dei migranti o nella teoria della “Grande sostituzione” dei popoli europei, o che odia i rom e l’eurocrazia, stima il putinismo ed è contro lo ius soli o i centri sociali, perché mai dovrebbe sostenere un micropartito come Casa Pound quando c’è un ministro degli Interni che quotidianamente fa propaganda sulla pelle degli ultimi e propone gli stessi concetti? Questa è la questione basilare. I fascisti del Terzo Millennio non sfondano perché quel bacino elettorale (che loro amano definire “politicamente scorretto”) è nelle ferree mani della Lega che con le sue posizioni fortemente anti-immigrazione ha sussunto le storiche battaglie della destra neofascista italiana: Salvini ha ripulito e dato un volto rassicurante a posizioni anni fa sostenute soltanto da qualche camerata impresentabile. Per dirla con le parole del giornalista Guido Caldiron, stiamo vedendo in tutta Europa l’emergere di “un nuovo razzismo, che si traveste da difesa della democrazia dalla ‘minaccia’ islamica, da protezione del welfare per gli autoctoni contro i costi dell’immigrazione o da baluardo della famiglia tradizionale contro i diritti di gay, e che ha imposto così nei fatti una vera e propria normalizzazione di idee che in realtà si basano sull’odio e il disprezzo dell’altro”.
Il lavoro svolto dalla “patriota”, nonché simpatizzante della Tartaruga Frecciata, Francesca Totolo, la quale produceva fake news – per ultima lo smalto rosso sulle unghie di Josepa a dimostrare che era una messa in scena quel naufragio – per diffondere paura, odio ed insicurezza tra la gente, va a portare nuovo consenso al Carroccio e alle sparate xenofobe di Salvini.
Ciò significa, in prospettiva, che i gruppetti neofascisti, se lo scenario politico rimarrà questo, faticheranno a sfondare in termini di consenso, racimolando sempre pochi punti percentuali, ma che stiamo assistendo ad un pericoloso fenomeno di normalizzazione culturale con il dibattito pubblico che si sposta ogni giorno più a destra: parole d’ordine inquietanti – e che ricordano vecchi tempi – stanno facendo egemonia nel Paese diventando senso comune. E la Lega sta andando elettoralmente all’incasso. Il problema nel Paese, più che i voti di Casa Pound, è culturale. E non va sottovalutato.
(30 luglio 2018)
http://temi.repubblica.it/micromega-online/razzismo-di-stato-casa-pound-non-fa-paura-salvini-si/
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