pubblicato il 13.12.18
Un saluto a Sigaro, Angelo, della Banda Bassotti ·
da Assalti Frontali
Salutiamo con il sorriso e il cuore pieno di lacrime il grande Sigaro, Angelo Conti, compagno, comunista, poeta, operaio dei cantieri, anima struggente della Banda Bassotti. La sua voce roca metteva i brividi quando si spegnevano le luci e si sentiva prima l'inno sovietico, poi redemption Song... "Vecchi pirati mi hanno rubato, vendendomi alle navi dei mercanti...vuoi aiutarmi a cantare questi canti di libertà?." e poi partivano la batteria, i fiati, le chitarre, con la sua voce che ti prendeva alla pancia. "Sono un avanzo di cantiere", "Figli della stessa rabbia" "Mosca 993", "Il palazzo d'inverno... e nel buio le mani parlavano meglio di tante parole". Con la Banda hai girato il mondo, Nicaragua, Euskadi, il Venezuela, la Colombia, Dombass, e quando stavi a Roma quanti concerti abbiamo fatto insieme per le cause più belle, quelle degli oppressi e dei ribelli, ho avuto la fortuna di condividere con te viaggi in pullman di notte parlando di poesia e di libri perché tu facevi anche teatro e come mi sbalordivano le rime che mi facevi leggere e parlavano di vita, di morte e di amore. Quando non c'erano i soldi per mobilitare tutti i gruppi, andavamo io e te a sostenere i compagni, non li lasciavamo soli, tu alla chitarra e io alla voce, anche se avevi fatto un'operazione da poco, venivi lo stesso sul palco..."è cosi che guarisco, se non vengo peggioro...". Quanto cuore c'hai messo, quanta generosità... chi lotta non sarà mai schiavo e tu non lo sei mai stato. "Mi aiuterai a cantare questi canti di libertà? Perché tutto quello che ho sempre avuto... sono i canti di redenzione...".
Ciao grande Sigaro.
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