pubblicato il 4.02.20
Milano Spaccata la targa per ricordare Giuseppe Pinelli: era stata inaugurata a dicembre per i 50 anni di piazza Fontana ·
A dicembre anche il sindaco con le figlie del ferroviere anarchico alla cerimonia per piantare un albero in suo ricordo. La denuncia dell'Anpi. Sala: "Metteremo subito una nuova lapide"
03 febbraio 2020
Era stata inaugurata appena un mese e mezzo fa, il 12 dicembre, nell'anniversario della strage di piazza Fontana. Ma nella notte qualcuno ha spaccato la lapide in memoria di Giuseppe Pinelli, in piazzale Segesta, davanti la casa della famiglia dell'anarchico, considerato diciottesima vittima dell'attentato.
Era stato il sindaco Beppe Sala a scoprire la targa di marmo con la scritta rossa, mezzo secolo dopo le accuse e la morte tragica di Pinelli, avvenuta dopo un volo dalla finestra della Questura di Milano: "Chiedo scusa e perdono a nome della città - erano state le sue parole -. Alla famiglia, Milano non chiede però solo perdono: promette di lasciare un segno politico e sociale. Questa tragedia non doveva succedere e il senso di ingiustizia resta dentro. Il nostro dovere è elaborare una risposta e usare la memoria per lottare".
Ieri mattina la scoperta della targa vandalizzata, come denuncia Roberto Cenati, presidente dell'Anpi, l'associazione partigiani, che parla di "gravissima provocazione" e chiede "alle autorità di individuare i responsabili di questo ignobile atto". Reagisce subito anche il sindaco Sala: "Non basterà quanto accaduto la scorsa notte in piazzale Segesta a fermare la nostra volontà di restituire a Giuseppe Pinelli giustizia e rispetto. Lo scorso 12 dicembre alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella abbiamo commemorato le vittime della strage di Piazza Fontana. Pochi giorni prima sono stato io a scoprire quella lapide e a chiedere scusa alla famiglia Pinelli, per cui posso già dire che rimetteremo una nuova lapide lì dove l'abbiamo posata, a testimonianza di una città che conosce, vuole e difende la verità".
"Infame e indegno. Un gesto ignobile e un'offesa non solo alla famiglia ma alla città tutta che considera quella targa il simbolo di un riconoscimento alla figura e alla memoria di Pino Pinelli, 18esima vittima della strage di Piazza Fontana. Siamo certi che non sarà una vigliacca provocazione a cancellare la storia di un uomo a cui il nostro sindaco, nel cinquantesimo anniversario dell'attentato, ha voluto chiedere scusa per i troppi silenzi e le menzogne di cui è stato vittima. Siamo sicuri che la targa verrà presto ripristinata e ci auguriamo che le autorità individuino il prima possibile i responsabili dello sfregio": così la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani.
Beppe Sala: "Non basterà quanto accaduto la scorsa notte in piazzale Segesta a fermare la nostra volontà di restituire a Giuseppe Pinelli giustizia e rispetto. Lo scorso 12 dicembre alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella abbiamo commemorato le vittime della strage di Piazza Fontana. Pochi giorni prima sono stato io a scoprire quella lapide e a chiedere scusa alla famiglia Pinelli, per cui posso già dire che rimetteremo una nuova lapide lì dove l’abbiamo posata, a testimonianza di una città che conosce, vuole e difende la verità."
"Ce l'abbiamo fatta Pino: sei tornato a casa", avevano commentato dopo la posa della targa, Silvia e Claudia Pinelli, le due figlie, guardando la quercia rossa piantata in onore del padre davanti a sei cedri grigi, in piazzale Segesta. Cinquanta anni dopo la morte del loro papà che aveva 41 anni, le figlie del ferroviere anarchico, entrato vivo e uscito morto dalla questura di Milano a tre giorni dalla strage di piazza Fontana, avevano ringraziato Milano, che non ha dimenticato. Mancava la madre Licia, 91 anni, moglie del ferroviere: "Troppa emozione - dice la Claudia - verrà qui quando potrà stare un po' da sola. Però oggi vuole dire che è felice".
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