pubblicato il 1.02.14
Reggio Emilia: rinviati a giudizio 3 antifascisti ·
Reggio Emilia, 24 gennaio 2014
Rinviati a giudizio gli antifascisti del 28 aprile 2009! Continua la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi!
La PM Valentina Slavi era chiamata a decidere se affermare la validità del principio sancito nella Costituzione: il diritto e l�??agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista.
La mancanza di coraggio del PM nel ripristino della giustizia e nella difesa dei diritti democratici
Dopo che il 18 giugno 2013 il Tribunale dimenticava di consegnare a Mattia l�??avviso di presentarsi all�??udienza (!), il mancato recapito dell�??eccezione fatta dalla difesa per lo spostamento dell�??udienza, che il giudice di pace Elisabetta Freddi �??dimenticandosi�?� di una lista testimoniale regolarmente presentata, ricomparsa stranamente solo dopo l'udienza, rimandava alla procura la decisione di tramutare il capo d'accusa da lesioni colpose a lesioni dolose, ora il PM Valentina Salvi porta a giudizio i tre antifascisti.
A nulla sono valsi gli interventi degli avvocati difensori che hanno chiesto il non luogo a procedere. Addirittura in soli 20 minuti il PM Valentina Salvi ha dato avvio al processo, reinviando l'udienza dibattimentale al 1 aprile 2014.
Una decisione alquanto grave che denota la mancanza di coraggio del PM che alimenta la persecuzione nei confronti dei tre antifascisti, e ancora più grave, tollera l'impunità di agenti della Digos che quella notte perpetuò gravi abusi e soprusi e che soltanto il caso (la traiettoria di quella pallottola!) ha fatto sì che non si trasformasse un altro dei numerosi casi finiti drammaticamente, alla pari di altre storie note o meno note in cui chi indossando la divisa ha abusato del proprio ruolo e del potere a lui conferito. Crimini come quelli perpetuati dai quattro agenti della Questura di Ferrara che uccisero Federico Aldrovandi [leggi la lettera di Patrizia Moretti], così come dai picchiatori del VII Reparto mobile di Bologna tristemente noto per i numerosi pestaggi e abusi commessi nel corso di questi anni [leggi il dossier] e così molti altri.
In aula l�??agente della Digos Fabio Corradi che quella notte premette il grilletto e oggi accusa i compagni tentando disperatamente di coprire il suo grave operato. Un presenza timida e impacciata come quella di chi sa di essere colpevole e cerca di uscirne accusando altri. A dimostrazione di questo il fatto che lo stesso agente non si è costituito parte civile nell�??ambito del processo. Davvero un pessimo esempio di un rappresentante dello Stato!
Cresce la campagna per la giustizia che il Comitato 28 aprile 2009 sta conducendo
Durante l�??Udienza in piazza Del Monte una ventina di compagne/i del Comitato28aprile 2009 e solidali di altre associazioni e forze politiche hanno tenuto un presidio. �? stato un presidio partecipato che ha raccolto la solidarietà dei numerosi passanti. �? stato diffuso il volantino in solidarietà con i compagni e altro materiale per la campagna per l�??introduzione del reato di tortura nell�??ordinamento penale italiano e per l�??introduzione del codice identificativo per le forze dell�??ordine. Sono state raccolte inoltre decine di firme all�??Appello promosso dal Comitato 28 aprile e sottoscritto da molte personalità ed associazioni al fine che i fatti assumino il loro vero nome!
L�??ampia e crescente solidarietà raccolta in questi mesi a livello locale (numerose associazione e singoli, e una mozione depositata in Consiglio Provinciale (vedi mozione 1 �?? 2) e nazionale (alcuni portavoce del movimento NO TAV della Val Susa, Associazione Osservatorio sulla Repressione, Liberazione on-line, ecc) e la campagna di lotta contro gli abusi condotta in questi mesi da individui e organismi e dal Comitato 28 aprile è parte di questo processo.
Continua la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi!
Questa battaglia si inserisce nella lotta per l'agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista.
In questo paese gli abusi ed i soprusi delle forze dell'ordine sono all'ordine del giorno, la teoria delle mele marce è una farsa: a dimostrare questo vi sono le morti (ed i sopravvissuti) di Stato che evidenziano come il problema è complessivo e si erge non solo sui singoli casi ma al livello di linea di comando. Vedi la campagna di sensibilizzazione e organizzazione lanciata dall�??Associazione Contro gli Abusi in Divisa (ACAD).
Parallelamente è in atto uno sdoganamento dei gruppi fascisti, xenofobi e razzisti da parte delle istituzioni che si definiscono democratiche ma che sostanzialmente vanno a spianare la strada all'ascesa di queste prove di fascismo.
Questi due fenomeni possono essere arginati solo attraverso la mobilitazione: i primi attraverso la denuncia a gran voce degli abusi subiti dalle vittime e rendendo noti i nomi ed i volti di chi li commette; i secondi attraverso la chiusura fisica delle sedi delle formazioni neofasciste poiché se non sono le istituzioni a farlo è legittimo, anche se illegale, che siano i cittadini applicando la Costituzione a chiuderle.
La mobilitazione in solidarietà ai tre antifascisti è solo all'inizio, nei prossimi giorni svilupperemo iniziative, eventi, manifestazioni e presidi in modo che si venga a conoscenza che chi dovrebbe essere sul banco degli imputati è proprio quell'agente della Digos che sparò il colpo quella notte!
Firma l'appello in solidarietà con gli antifascisti, sostieni la campagna di solidarietà!
su change.org; su firmiamo.it
Comitato28aprile2009
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