pubblicato il 25.01.22
Omicidio Piersanti Mattarella, due verbali riaprono la pista nera ·
Venti giorni fa la procura di Palermo aveva archiviato il caso, la trasmissione Report invece è venuta in possesso di prove importanti e inedite
24 Gennaio 2022
La parola fine alla pista nera dietro l'omicidio di Piersanti Mattarella l'ha messa la procura di Palermo venti giorni fa: le prove per dimostrare che un commando dei Nar fosse dietro l'agguato che tolse la vita il 6 gennaio del 1980 al presidente della regione Sicilia sono insufficienti. E i proiettili sono troppo usurati, oggi, per fare una comparazione con le munizioni usate all'epoca da gruppi della destra eversiva.
Quello che stasera però verrà trasmesso dalla trasmissione di inchiesta Report, guidata da Sigfrido Ranucci e in onda su Rai 3 alle 21, rimette in discussione tutto, con un servizio che racconterà di carte inedite e di testimonianze importanti che spalancano di nuovo le porte alla versione appena accantonata: a uccidere Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica dimissionario, fu proprio un commando nero.
Ovvero due dei nomi su cui già indagò Giovanni Falcone nel 1989: Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini. L'inviato di Report, Paolo Mondani, ha infatti ritrovato il verbale in cui il neofascista siciliano Stefano Alberto Volo dichiarò a Falcone di aver saputo dall'amico Francesco Mangiameli (l'insegnate di filosofia militante dei Nar ucciso dai suoi stessi camerati perché accusato di aver fatto sparire i soldi dei nuclei armati) che l’omicidio di Piersanti Mattarella fu realizzato da Fioravanti e da Cavallini.
Questa decisione, secondo quanto riportato nel verbale, nacque da una volontà politica e massonica, che lui ascriveva direttamente alla volontà di Licio Gelli, di arginare definitivamente l’apertura a sinistra della democrazia cristiana. Volo racconterà anche, ai pm Di Matteo e Tartaglia, di aver incontrato Paolo Borsellino dopo la strage di Capaci, e che il magistrato gli confidò di essere certo che ad armare quell'attentato contro il collega Falcone non fu la mafia. "Non è opera di Cosa Nostra", gli disse.
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